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G.R.A.S.P.O, gruppo motivato

Non è solo l’acronimo di Gruppo di Ricerca per la Salvaguardia e Preservazione dell’Originalità viticola di ogni territorio ma anche la traduzione di grappolo nel dialetto veneto. “Come il grappolo è un gruppo di acini, G.R.A.S.P.O. è un gruppo motivato di appassionati, tecnici e ricercatori. Il nostro intento è riscoprire e salvaguardare l’incredibile patrimonio ampelografico italianodice il Presidente Aldo Lorenzoni – Nella convinzione che la biodiversità sia una risorsa per il futuro della viticoltura italiana” In uno studio notarile di Lonigo (VI), l’8 febbraio 2023, inizia così l’avventura di G.R.A.S.P.O. L’associazione inizia il suo percorso, nel territorio veneto vengono realizzati i primi rilievi sul campo.

Vitigni rari o andati perduti, obiettivo è individuarne le potenzialità

L’obiettivo è individuare vitigni rari o andati perduti per verificarne le caratteristiche e testarne le potenzialità. Tanto in purezza quanto come supporto di vitigni storici, per poterne poi ottenere la coltivabilità. Tutto parte dalla ricerca di un vitigno inutilizzato, a 700 metri sui Monti Lessini. “Il Saccola – sottolinea Luigino Bertolazzi, Direttore di G.R.A.S.P.O. – è frutto di una viticoltura di montagna residuale che fa parte di quella economia circolare la cui autosufficienza era legata a piccole realtà contadine. Veniamo così a scoprire che di questo vigneto ci sono quattro-cinque varietà, quasi tutte sconosciute alla Banca Internazionale del Dna di Gottinga”

300 analisi del dna, 15 vitigni messi in evidenza

E’ solo l’inizio, in ogni territorio dove G.R.A.S.P.O. si sposta viene eseguito il prelevamento dei campioni e l’analisi del Dna. In quattro anni sono stati realizzati quasi 300 analisi del Dna, quindici sono i vitigni non iscritti alla Banca Internazionale del Dna che l’associazione è riuscita a mettere in evidenza. “Sono varietà che nascono da incroci spontanei, liberi e non controllati – prosegue Luigino Bertolazzi – Se troviamo vitigni rari ed antichi con capacità di adattamento alle quote più basse e capaci di conservare le capacità fenoliche, spostiamo i vitigni. Per due varietà che abbiamo recuperato, la Brepona e la Quaiara, abbiamo ottenuto il riconoscimento all’iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite

Biodiversità vinicola, risorsa strategica

In questi anni non solo conferme, non sono infatti mancate le delusioni. “Ma portiamo avanti anche le delusioni, ci spronano ad investire energie sulla ricerca della biodiversità vinicola – rimarcano i due dirigenti dell’associazione – Una risorsa che può essere strategica per delineare nuove prospettive produttive in un panorama, come quello odierno, piuttosto omologato” Un intento condiviso con responsabili di importanti centri di ricerca e illustri ampelografi che ha portato l’associazione a percorrere in questi anni oltre 100mila chilometri alla scoperta di varietà ed areali e realizzare, solo nell’ultima vendemmia, oltre 100 microvinificazioni.

Esperienza immersiva, le persone custodi di un lavoro antico

Un intenso percorso fatto di scoperte ed incontri con tantissimi produttori, una esperienza immersiva in un mondo spesso dimenticato. Dove, accanto alla identificazione dei vitigni a rischio estinzione, vengono valorizzate le persone e le loro storie, spesso originali e caratterizzate da autentico eroismo. “Il nostro lavoro – concludono Luigi Bertolazzi e Aldo Lorenzoni – non si esaurisce nella ricerca di vitigni che rispondano a determinati requisiti. Il nostro obiettivo è contestualizzare aziende e cultivar nei rispettivi territori. Perché le persone diventino custodi di un lavoro che è testimonianza di storici sistemi di allevamento ed ancestrali pratiche agricole. Con la consapevolezza che i vitigni del passato possono dare vita ai possibili vini del futuro

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Francesco A. Bellini

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